Osservatorio
16 novembre 2023

Nel 2022 il 54,10% delle certificazioni APE degli edifici è stato di tipo F e G. Ma qualche dato positivo c’è.

Nel confronto 2021-2022 crescono le certificazioni di tipo A e B rispetto a quelle di tipo F e G. E se ancora la gran parte delle certificazioni APE è stata effettuata per passaggi di proprietà e locazioni, aumentano quelle per riqualificazione energetiche e ristrutturazioni importanti.

 

La transizione energetica e la decarbonizzazione passano attraverso standard costruttivi caratterizzati da prestazioni energetiche più elevate e certificate secondo format di attestati di prestazione energetica APE comprensibili, semplici ed affidabili per tutti i soggetti. Temi di grande attualità visti gli obiettivi della nuova direttiva europea EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) che ha stabilito i cosiddetti check point, il primo dei quali è che l’intero parco immobiliare residenziale dovrà essere di tipo E entro il 2030. Secondo check point è al 2033, quando il parco immobiliare dovrà essere di tipo D.
 
È arrivato alla quarta edizione il Rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici, curato dal Dipartimento Unità l’Efficienza Energetica (DUEE) dell’ENEA e dal Comitato Termotecnico Italiano (CTI) sulla base delle informazioni e dei dati disponibili al Luglio 2023. Il Rapporto analizza le certificazioni pervenute al Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (SIAPE) da 17 Regioni e 2 Province autonome nel 2022.
 
I dati delle prestazioni energetiche degli immobili certificati nel 2022
Nel 2022, su 1.300.000 attestati si riscontra ancora una percentuale molto alta, il 54,10%, di certificazioni di tipo F e G. Certificazioni di tipo D ed E si attestano al 25,90%. Quelle di tipo A e B al 14,50% nel complesso.
 
 

 

Il confronto fra 2021 e 2022 mostra però un miglioramento significativo delle prestazioni energetiche. In generale le certificazioni F e G diminuiscono del -3,70%, a vantaggio di quelle A e B che crescono della stessa percentuale, + 3,70%. Il grafico che segue aggrega i valori della certificazione di tipo A.

 

 

Gli immobili censiti sono stati per l’87,5% di tipo residenziale e per il 12,5% di tipo non residenziale.

 

Nel segmento residenziale la percentuale di immobili censiti nelle classi energetiche A e B è del 14,90%. In quello non residenziale la percentuale scende al 13,60.

 

Oltre l’80% delle certificazioni APE sono state effettuate per passaggi di proprietà e locazioni. Aumentano gli APE emessi per riqualificazione energetiche e ristrutturazioni importanti, rispettivamente il 5,7% e il 4,1% del totale. Sul SIAPE risultano registrati 17.408 APE per NZEB - Nearly Zero-Energy Buildings, nel periodo compreso tra il 2015 e il 2022.

 

Il Catasto Energetico Unico degli Edifici (CEU)

Un significativo approfondimento di questa edizione del Rapporto è stato l’inserimento del Catasto Energetico Unico degli edifici (CEU), uno strumento di pianificazione, gestione e controllo del patrimonio edilizio, rivolto agli Enti Locali.  Il Catasto si propone come una piattaforma informatica in grado di uniformare la modalità di trasmissione degli APE e dei documenti di gestione degli impianti termici ma soprattutto di fornire un quadro utile alla Pubblica Amministrazione per orientare le politiche energetiche territoriali. Il catasto è ancora in modalità work in progress perché ad oggi nessuna Regione si è ancora dotata di un catasto regionale unico degli APE degli edifici e degli impianti termici. La Regione Sicilia è stata individuata come Regione pilota per la sperimentazione del sistema, già per la fine di quest’anno.

 

Il Rapporto annuale sulla classificazione energetica degli edifici contiene anche il punto di vista di 80 associazioni, consorzi e ordini professionali, che hanno espresso il loro parere di vista su diversi aspetti del sistema di certificazione energetica nazionale.

 

Fra i principali suggerimenti per una riforma metodologica ma anche di sistema citiamo:

-       Necessità di aggiornamento delle competenze dei certificatori energetici e dei progettisti;

-       Innalzamento del livello di preparazione di installatori e costruttori anche attraverso certificazioni o qualificazioni delle competenze;

-       Incentivazione e sostegno economico, differenziati per proprietari e locatori degli immobili, per ridurre al minimo il parco immobiliare nazionale con le peggiori prestazioni energetiche.